Strategie di coordinazione - Modulo 5
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Course: | Prevenzione dell'assenteismo e dell'insuccesso scolastico negli studenti con DSA: migliorare il passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria |
Book: | Strategie di coordinazione - Modulo 5 |
Printed by: | Guest user |
Date: | Sunday, 24 November 2024, 9:02 AM |
Table of contents
- 1. PROCEDIMENTO DI TRANSIZIONE CENTRATO NELL’ALUNNO E NELLA FAMIGLIA
- 2. LA COORDINAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI E PROFESSIONALI SPECIALIZZATI
- 3. ARTICOLAZIONE TRA LA SCUOLA PRIMARIA E LA SECONDARIA
- 3.1. Strategie di coordinazioni che includono tutti gli agenti del processo
- 3.2. Como devono articolarsi i centri di primaria e secondaria per migliorare la transizione dei suoi alunni?
- 3.3. Strategie per preparare la transizione della scuola primaria
- 3.4. Strategie per un’accoglienza cordiale e positiva dei nuovi alunni nella scuola secondaria
- 3.5. Esempi di buone pratiche per una transizione di successo.
- 4. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. PROCEDIMENTO DI TRANSIZIONE CENTRATO NELL’ALUNNO E NELLA FAMIGLIA
La transizione dalla scuola elementare alle medie è un fatto importante che può si ripercuotere nello sviluppo educativo e psicologico dei bambini (Rice, Frederickson y Seymour, 2010).
Il passaggio dalla scuola elementari alle superiori coincide normalmente con l’inizio dell’adolescenza. È un’epoca di cambiamenti considerevoli in termini sociali, strutturali ed accademici, dove si aspetta che i giovani si addattino rapidamente. Questo non è il caso dei bambini con autismo. I bambini con autismo sentono che il corpo cambia e non sanno il perché.
Come indicarono Tissot y Evans (2006) nella loro ricerca, la transizione può essere un momento stressante per alcune famiglie, alle quali preoccupa che un passaggio inadeguato possa tenere ripercussioni nel futuro del proprio figllio.
1.1. Sfide delle famiglie nel passaggio tra la scuola elementare alle superiori
Il passaggio dall’elementari alle superiori può essere una sfida per molti studenti, così come per le famiglie. L’adolescenza è un periodo di sviluppo fisico ed intellettuale che può svegliare sentimenti difficili da capire per bambini e da trattare per le famiglie. Secondo O'Halloran (2010) e Hargreaves et al. (1996, citado en O'Brien, 2003) esiste una tripla transizione simultanea:
- il trasferimento da una scuola all’altra, a volte anche in un luogo geografico differente;
- il passaggio da un gruppo di amici ad altri;
- il passaggio dall’infanzia all’adolescenza
Questo periodo di transizione è ancora più difficile per bambini con autismo e, di conseguenza, per i genitori. Molte delle sfide che devono affrontare i bambini sono sopravvalutate dai gentori. Tuttavia, è probabile che i risultati varino in funzione ai punti forti e difficoltà specifiche dei bambini (Maras y Aveling, 2006).
L’adattamento ai cambiamenti fa sì che i bambini con autismo abbiano più difficoltà ad affrontare le sfide sociali di un trasferimento a una nuova scuola:
- Un edificio differente, possibilmente più grande della scuola elementare, lontano da casa
- Probabile necessità di usare il trasporto pubblico
- Molte aule invece che solo una
I bambini con lo spettro autista dovranno apprendere dove sono i differenti servizi scolari a disposizione dell’alunnato (reprografía, bar/mensa, segreteria, biblioteca) e soprattutto, come utilizzarli.
Nella nuova scuola dovranno:
- vedere più classi;
- adattarsi allle nuove routine, orari diari e settimanali;
- conoscere il nuovo corpo docente ed i differenti obiettivi, nuovi amici e conoscere un maggior numero di studenti;
- fare nuove amicizie;
- comprendere nuove norme e regole
Dalla prima infanzia può esistere un forte vincolo tra madre/padre e figlio. Gli autori delgli anni ’50 Wing, L., Gould, J., Frith, U., e più tardi Jordan, R., indicarono nelle loro ricerche che i professionisti ed i gentori devono coordinarsi nel processo di educazione del bambino. I suoi studi pionieri evidenziarono che è una verità dimostrabile.
Se esiste una buona relazione tra i bambini, la loro famiglia ed i professionisti, le sfide che devono affrontare i minorenni si possono vedere positivamente dalla famiglia che avrrà più fiducia per affrontare la transizione.
Necessità ed aspettative degli alunni/ famiglia nel processo di inserimento scolare
La felicità dei bambini e bambine è di gran importanza per i gentori. Questa è una delle ragioni per le quali si preoccupano sempre per le necessità ed aspettative nel passaggio delle due scuole.
Ci sono vari studi che considerano differenti necessità ed aspettative verso il nuovo centro scolare dal concetto di differenti punti di vista dell’alunno con autismo, la famiglia, professori ed il resto degli alunni.
Secondo la famiglia, il processo di integrazione deve inziare presto, durante l’ultimo anno delle elementari, per far sì che l’alunno possa avere accesso ad un pacchetto completo di appoggio nella transizione. Questo ridurrà l’incertezza sul nuove centro e renderà minima l’ansia.
É importante che la famiglia bilanci le inclusioni sociali davanti ai raggiungimenti accademici per aiutare le difficoltà sociali ed emozionali dei bambini quando assistono alla scuola media. Al di sopra di tutto devo integrarsi, prendere parte al mondo reale seguire il ritmo dei suoi simili anche se a volte questo non è possibile. L’aspettativa di che un bambino con ASD accademicamente competente possa arrangiarsi nella scuola non sempre si compie, visto che la sua condizione può interferire con l’apprendimento (Humphrey & Lewis, 2008).
Le famiglie e la scuola possono avere percezioni differenti sul ruolo della scuola nel processo di transizione. In alcuni casi, i genitori desiderano contare sull’appoggio specializzato per il loro figlio in un centro non specializzato. Questa situazione può creare problemi nelle relazioni tra le famiglie ed il corpo docenti dovuto alla frustrazione dei gentori per l’incompimento delle aspettative.
L’ansia delle famiglie può nascere da due aspetti differenti nel processo di transizione. In primo luogo, possono temere che i propri figli non siano contenti nel nuovo centro scolare e, in secondo luogo, che la transizione non si svolga adeguatamente.
Ci sono alcuni metodi che possono favorire il passaggio, così come l’informazione scritta, le foto ed i video. Tuttavia, alcune scuole mancano di risorse e la formazione necessaria per soddifsfare le necessità dell’alunnato.
Il dialogo con i genitori e gli assitenti possono determinare i materiali/ le risorse speciali che si possono creare per i bambini con autismo.
É importante condividere e dialogare con gli alunni con autismo, i motivi del cambiamento di istituto in una forma adeguata al suo livello di sviluppo. Anche se non capiscono o apprezzano le ragioni del cambiamento dell’istituto, gli piacerà sapere i potenziali aspetti positivi di assistere ad una scuola differente.
Iniziare un nuovo centro d’educazione è stressante per qualsiasi persona, ma un’attenta preparazione ed anticipazione è la chiave del successo. Creare prevedibilità sulla giornata scolare ridurrà l’ansia e la paura.
Bisognerà affrontare le nuove sfide in una scuola nuova, ma un sistema di appoggio solido e delle strategie di affronto adeguate renderanno più facile la transizione.
1.2. Processo di transizione centrato nella famiglia
Un processo centrato nella famiglia e nel bambino deve essere la base per lo sviluppo di servizi di appoggio. Tutto il processo deve svolgersi intorno alle necessità della famiglia e del bambino, i suoi punti forti, aspettative, diritti e desideri.
Il processo di transizione centrato nella famiglia aiuta alla famiglia e all’amico a creare nuove connessioni ed opportunità nelle loro vite.
È importante riconoscere e valorizzare l’esperienza e la conoscenza della famiglia, considerandoli come uno dei principali agenti nel processo educativo, ed incorporare tutto questo nelle strategie di processo di transizione per fare scelte, stabilire obiettivi e prendere decisioni per realizzare gli stessi. Così, la famiglia deve avere una partecipazione attiva nello sviluppo del piano individuale per l’alunno.
Un aspetto essenziale di questo modello è che la famiglia senta che può tenere controllo sugli avvenimenti della vita dell’alunno.
Il modello centrato nella famiglia si è relazionato con la miglioria dei risultati dei genitori e dei bambini, anche se la sua applicazione può supporre una sfida per la famiglia, i professionisti, l’organizzazione, il sistema in sè e le sue regole.
Per l’elaborazione del piano di transizione centrato nella famiglia è fondamentale:
- conoscere ed analizzare le aspettative, percezioni e sentimenti degli alunni sulla transizione;
- soddisfare le aspettative e le preoccupazioni dei genitori/ tutor con le transizioni degli alunni;
- definire il ruolo dei professori della scuola primaria e secondaria, così come quello degli alunni e famiglia nel processo di transazione; appoggiare i differenti ruoli per la costruzione di itinerari coordinati che portino l’obiettivo di arricchire l’esperienza ed il successo educativo.
1.3. Il ruolo dei familiari nel processo di transizione
Il ruolo di ciascun membro della famiglia è differente, come uno’opera di teatro, ma tutta la famiglia può sentirsi inquieta sulla diagnosi del bambino autistico o su come aiutarlo. É utile parlare con gli specialisti ed altri che lavorano con il bambino.
- I genitori hanno un ruolo fondamentale nel processo di transizione dei figli; spesso collaborano strettamente con altri professionisti, visto che i professori o altri membri del personale scolare, nel piano educativo individuale (PEI).
- I nonni anche danno un grande sostegno ai nipoti con autismo ed essi anche possono aiutare: danno appoggio sociale ed emozionale prendendosi cura e passando del tempo con loro e rappresentando fonte di informazione e difesa dei difetti nella comunità.
- I fratelli hanno un ruolo differente a seconda dell’età e della relazione con i fratelli con autismo. Possono essere un esempio da seguire, professori, compagni di gioco o semplicemente fratelli.
- I fratelli sono importanti se frequentano la stessa scuola, che sia elementare o superiore. Se il fratello/ sorella è un alunno/a della scuola superiore può rappresentare un “ponte” di appoggio per il fratello/ sorella con autismo che viene dalla scuola elementare.
- La famiglia allargata può essere anche importante nel processo di transizione. È importante dialogare con essi di questo concetto. Un focus aperto e costruttivo può aiutare tutta la famiglia a mantenere una relazione più felice, sana e forte.
1.4. Interazione tra lo studente, la famiglia e la scuola
Sia nella scuola primaria che nel passaggio alla scuola superiore ci deve essere un piano organizzato che tenga in conto le differenze dei ruoli sociali.
La cooperazione e la comunicazione tra la famiglia e la scuola sono fattori importanti per facilitare una transizione con successo per la persona con autismo.
Si è constatato che la soddisfazione dei genitori con la scuola è collegata alla disposizione della scuola per ascoltarli e la capacità di rispondere alle necessità del bambino (Whitaker, 2007).
Tuttavia, potrebbe esistere il problema nella comunicazione tra la famiglia e la scuola. Spesso questi problemi si collegano alla mancanza di comprensione dell’autismo.
Nonostante indagini anteriori hanno dimostrato l’importantanza di riconoscere l’esperienza dei genitori e di integrare le proprie strategie nella pratica scolare (per esempio, Feinberg y Vacca, 2000; Starrt al., 2001), ci sono prove che dimostrano che le famiglie rimangono spesso al margine della presa di decisioni educative (Turnbull et al., 2006), prestando poca attenzione alla propria esperienza.
Un piano adeguato per il passaggio dell’alunno deve adattardi individualmente a ciascun studente con la coordinazione tra studente, famiglia e scuola.
2. LA COORDINAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI E PROFESSIONALI SPECIALIZZATI
Uno dei principali procedimenti per garantire che l’alunnato con autismo riceva il livello di attenzione necessario e il seguimento adeguato prima e durante il processo di transizione è la coordinazione tra tutti gli agenti implicati nei distinti ambiti della comunità.
Questo metodo avrà successo se il gruppo di coordinazione può lavorare tutto il tempo come una squadra costante. Il lavoro complessivo di tutte le parti, inclusa la famiglia, è essenziale per dare linee guida a: servizi di istruzione, assistenza medica ed altri servizi necessari per gli alunni con ASD.
Questa strategia è molto coraggiosa per creare un piano di piano educativo individuale con strategie e metodi personalizzati con interventi coordinati e valutazioni continue per misurare con precisione il progresso di uno studente.
2.1. Reti di appoggio formale ed informale nella comunità
Approfittare di tutte le reti di sostegno della comunità è cruciale per migliorare la qualità di vita degli studenti e le famiglie e fomentare la sua integrazione nella società.
Le persone che sono importanti e si compromettono nel processo di transizione sono solite chiamarsi reti o circoli di sostegno.
La scuola, la famiglia e tutti i professionisti coinvolti devono unire gli sforzi con le reti di appoggio naturali per creare le condizioni affinché la famiglia ed il bambino si sentano inclusi nella scuola e nella comunità.
Le necessità, le peculiarità, gli obiettivi, preferenze e desideri della famiglia e dell’alunno determinaranno il tipo di reti d’educazione individuale “a misura” per ciascuno.
La famiglia allargata, le amicizie ed i vicini possono essere parti chiave delle reti di appoggio informali. La miglior maniera di creare questa rete di appoggio è aiutarli a conoscere e comprendere le necessità dei bambini con autismo. É molto importante nei primi giorni dopo la diagnosi.
É fondamentale che le persone delle rete di sostegno capiscano ciò che vuol dire l’autismo per il bambino e per la famiglia. Può richiedere del tempo capirlo ed è probabile che i familiari e gli amici rispondano in maniera diversa alla diagnosi e al comportamento del bambino. Alcuni possono essere disposti a sostenere il bambino e la famiglia immediatamente, altri possono aver bisogno di più tempo per capire come aiutare.
L’appoggio della famiglia allargata è importante perché può alleviare la tensione dei genitori e dare ai bambini amore ed affetto.
Ci sono più possibilità che l’appoggio sia efficace se i genitori stabiliscono una relazione stretta e affidabile con il canale di sostegno.
Le differenti reti di comunicazione sono importanti per il processo:
- tra le famiglie e le scuole;
- tra la scuola elementare e la media;
- in ciascuna delle scuole;
- tra i centri di educazione secondaria e gli organi esterni
Basta una rottura importante tra i canali di comunicaione affinché la transizione non abbia successo.
Il sostegno deve essere fornito, in un primo momento, dalle reti sociali: genitori, famiglia, amici e vicini. Tuttavia, il canale di appoggio più specializzato deve attivarsi per complementare il sostegno sempre che sia necessario.
2.2. Strategue di coordinazione con professionisti specializzati
I bambini con autismo possono aver bisogno di appoggio speciale addizionale all’educazione primaria. Specialisti in psicologia, logopedia, ergoterapia o altri professionisti hanno potuto apportare il loro sostegno a bambini con necessità speciali o comorbilità durante la fase della scuola primaria.
La famiglia ed il coordinatore della primaria devono stabilire contatto con la squadra di direzione ed orientamento della secondaria o il responsabile di questa area per commentare strategie che sono state usate con successo con l’alunno fino al momento.
Per esempio, le strategie usate per controllare capricci, ansia o controllare una crisi epilessica.
Sarà importante sapere cos’è che motiva il bambino ad apprendere per continuare il loro nella stessa direzione e sapere come usare un interesse speciale per coinvolgerlo nel processo di apprendimento in generale.
È fondamentale che si stabilisca una riunione tra i nuovi professori ed i professionisti specializzati con la famiglia per conoscere determinati comportamenti propri dell’alunno, così come una lista di parole o frasi chiave ed esclusive con significato speciale che hanno per l’alunno, come, per esempio: “Mio figlio dice : Vuoi giocare un o di più? quando vuole terminare un compito. Ripete constantemente la domanda quando non la capisce”.
É essenziale anche identificare segnali di allarme o avvertenza che si producono prima di una crisi e metterla in comne, così come le strategie preventive che hanno avuto successo.
Es conveniente hablar de los hábitos de sueño, los medicamentos y las necesidades dietéticas especiales. A menudo los profesionales más especializados que están con el niño pueden ser los primeros en detectar sus dificultades.
2.3. Il vincolo tra professionali della salute e l’istruzione nel processo di transizione
I professionisti involucrati nella scuola devono prestare attenzioni agli alunni in generale specialmente a quelli con ASD.
A volte si ha la strana sensazione di che i professionisti della salute non appartengono all’ambito della scuola. Tuttavia, questo concetto deve essere modificato, soprattutto con gli alunni con ASD.
In realtà, la coordinazione tra i professionisti della salute e l’istruzione nel processo di transizione è chiave. Un’alta percentuale di alunni con ASD presenta comorbilità relazionata con l’autismo, per esempio: epilessia, ADHD o disabilità intellettuale. Pertanto, il corpo docente, il personale del centro e gli alunni della scuola secondaria devono essere informati su questo per migliorare la transizione.
La coordinazione con professionisti della salute mentale si aiuterà anche alle squadre di orientamento scolare per massimizzare le risorse multidisciplinari disponibili per una transizione di successo alla scuola secondaria.
Questa opportunità di collaborazione creano uno spazio affinché i membri di varie professioni contribuiscono con le proprie abilità senza duplicare sforzi.
Una pianificazione per una transizione efficace richiede la participazione attiva dei membri della squadra multidisciplinare, inclusi i professionisti e gli alunni che ha bisogno di transizione.
3. ARTICOLAZIONE TRA LA SCUOLA PRIMARIA E LA SECONDARIA
La transizione dalla scuola primaria alla secondaria è un momento decisivo nella vita di un bambino (Zeedyk et al., 2003). La perdita dei luoghi, la struttura e le persone conosciute dovute al cambiamento comporta timori associati a quuello che non si conosce e presenta sfide considerevoli. Anche se molti bambini si adattano bene (Evangelou et al., 2008), altri hanno difficoltà che a volte può avere conseguenze dannose, come l’abbassamento dell’autostima ed il calo del rendimento scolastico, insieme all’aumento dell’ansia e della depressione (Ashton, 2008; Galton et al., 2003; West et al., 2010; Zeedyk et al., 2003).
Affinché la transizione abbia successo, tutti gli agenti implicati in questo processo devono pensare, svolgere e applicare diverse strategie. Queste strategie devono rispondere alle necessità e alle principali preoccupazioni degli alunni e della sua famiglia, utilizzando i suoi interessi e punti forti. Devono adattarsi alla realtà di ciascun alunno ed adattarsi facilmente ai sui differenti contesti della vita. In questo processo, che comprende la scuola primaria e la secondaria, è fondamentale che l’alunno, la famiglia e la comunità scolare di entrambi i centri siano involucrati per dare risposte alle sue necessità e inquietudini.
3.1. Strategie di coordinazioni che includono tutti gli agenti del processo
Per far sì che la transizione abbia successo è importante che il processo di pianificazione inizi presto, nella scuola primaria, e tenga in conto i punti di vista della famiglia, i professionisti/ professori/ scuola e l’alunno con autismo.
Le famiglie e gli alunni con autismo devono svolgere un ruolo fondamentale in questa transizione. Devono prendere parte al processo di pianificazione e partecipare alle differenti riunioni durante il processo.
Un buon piano strategico per la transizione deve essere una strategia centrata nella persona, un focus olistico che garantisce gli interessi dell’alunno.Questo piano deve evidenziare i diritti degli alunni, le opinioni, le necessità ed i desideri nel processo di transizione. Questo è cruciale per garantire che la transizione alla scuola secondaria sia ben gestita, personalizzata, adeguata e abbia senso per ciascun alunno.
- Affinché la transizione sia più fluida e di successo, il piano deve organizzarsi in forma strutturata.
- Il piano di transizione deve dividersi adeguatamente in piccoli passi raggiungibili.
- Il professionista che guida il processo, insieme alla famiglia e ai professori della primaria, deve elaborare un piano di transizione nel quale si specifichino i punti forti e le aree in cui può essere necessaro un sostegno addizionale (questo deve includere qualsiasi problema sensoriale che sperimenti l’alunno).
Una buona collaborazione tra professori e genitori aiuterà a sviluppare ed applicare tutte le strategie e metodologie suggerite nel piano.
Durante lo sviluppo di questo processo, che implica la presa di decisione per la vita della famiglia e del bambino, è fondamentale che tutti gli interlocutori facilitino e condividono informazione, presentino alternative e diano ipotesi di scelta.
3.2. Como devono articolarsi i centri di primaria e secondaria per migliorare la transizione dei suoi alunni?
Per migliorare il processo di transizione dalla scuola elementare a quella media, con lo scopo di adattare il nuovo contesto educativo nuovo e superare le barriere che impediscono una transizione soddisfacente, è importante sviluppare interventi che modifichino il contesto scolare.
Il passaggio tra le scuole deve rispettare lo sviluppo dei bambini/ alunni, affinché la scuola primaria serva e sia la base per lo sviluppo degli alunni nei cicli seguenti (Melo, 2009).
Ci sono aspetti fondamentali quando si parla di passaggio scolastico: l’adattamento sociale ed istituzionale, l’adattamento a nuovi orari e spazi scolastici, la continuità con il curricolo tra la scuola primaria e secondaria, lo sviluppo del bambino, il tipo di transizione, la costruzione dei ponti e minimalizzazione delle barriere (Evangelou et al. (2008).
Per garantire questi aspetti fondamentali:
- É fondamentale che tutti gli agenti sociali (famiglia, alunni, professori di primaria e secondaria ed altri) lavorino insieme per garantire una transizione fluida per l’alunno.
- Le transizioni devono pianificarsi con anticipazione: questo vuol dire che la prima riunione formale di pianificazione con il centro di Secondaria abbia luogo nel centro della Primaria, per esempio: entrambi i centri devo scambiare visioni generali sui propri piani di studio e pratiche pedagogiche.
- Stabilire un protocollo di transizione che includa un processo di valutazione. Il protocollo può aggiornarsi facilmente dopo la valutazione degli alunni, genitori e professori.
- I professionisti che conducono il processo di transizione alla scuola secondaria, insieme alla famiglia ed i professori della scuola primaria devono elaborare un piano di transizione nel quale si mettano in dettaglio i punti forti e le aree nelle quali è necessario un appoggio addizionale.
- Assicurarsi che il piano di transizione si divide adeguatamente in passi piccoli e raggiungibili.
- Stabilire un calendario o programma di transizione che, in caso di necessità, possa riadattarsi.
- Riunioni tra il corpo docenti dei due centri con la partecipazione dei professori di di educazione speciale prima e dopo la transizione per trasmettere informazione sulle caratteristiche specifiche degli alunni e le difficoltà, la struttura curriculare e altre questioni importanti.
- Entrambe le scuole dovrebbero articolare ed organizzare visite aggiuntive o diverse attività nelle quali partecipano alunni, genitori, professori e personale di entrambe le scuole.
3.3. Strategie per preparare la transizione della scuola primaria
Pertanto, comprendere i fattori chiave che sottostanno in una transizione scolare di successo a livello del bambino, ma anche nel contesto più ampio del contesto famigliare e scolastico è di considerevole importanza, specialmente per i bambini che corrono il rischio di avere esperienze di transizione negative (Chung et al., 1998).
Come può la scuola primaria e secondaria aiutare a creare prevedibilità e facilitare il passaggio alla nuova scuola?
Scuola primaria:
Il corpo docente e gli alunni della elementare svilupperanno progetti per mirare la transizione alla scuola secondaria.
- I professori di primaria possono portare gli alunni a mangiare in caffetteria o in mensa dell’istituto o della biblioteca per far sì che familiarizzi con i dintorni.
- I professori delle elementari possono scrivere una storia sulla transizione. Distacca la differenzaa e cambiamenti tra le due scuole per evitare ansia dei bambini.
- I professori di primaria possono adattare il contesto alla scuola primaria per riflettere i cambiamenti nella scuola secondaria.
Scuola media:
- Organizzare una visita all’istituto e le aule per gli alunni delle elementari e la sua famiglia.
- Fornire un piano della nuova scuola e mettere etichette alle sale pertinenti.
- Mettere foto di aree rilevanti (per esempio: patio della ricrezione, aula, mensa, biblioteca, ecc) e dei professori e personale della scuola che saranno rilevanti/ importanti per lo studente.
- Dare una lista di routine scolastiche che l’alunno svolgerà
- Garantire che la comunità della scuola secondaria conosca i punti forti, le necessità e gli interessi dell’alunno.
- Preparare un opuscolo sulla nuova scuola che contenga il numero di telefono, la storia della scuola, gli orari, i professori, il servizio di pasti ed altre informazioni interessanti.
- Organizzare una riunione diretta ai genitori/ tutori affinché siano coscienti della sua importanza nell’appoggio alla transizione.
- Dare informazioni alle famiglie su:
- i principali diritti e doveri degli studenti e dei genitori/ tutor
- sui ruoli fondamentali nella traiettoria scolastica degli alunni che devono adattarsi durante l’anno.
- servizi scolastici.
- Misure che promuovono il successo scolastico:
- Importanza di una buona alimentazione
- ore di sonno secondo l’età dei bambini
- chiacchere quotidiane sulla vita scolastica
- tempo per studiare vs tempo di ozio
- compito e/o problemi di comportamento
- controllare il materiale per il giorno dopo
Primaria e secondaria insieme:
- I professori e gli alunni della secondaria possono organizzare visite alle scuola primaria prima di iniziare i contatti personali e presentare le caratteristiche della futura scuola.
- La scuola secondaria può invitare gli alunni della primaria e alle famiglie partecipare nelle attività scolastiche.
- I professori e gli alunni della scuola primaria possono visitare la futura scuola co partecipazione in qualche attività.
- Gli alunni della primaria possono partecipare ad alcune attività extrascolari del nuovo centro.
- I professori possono promuovere l’intercambio di lettere/ comunicazioni tra gli alunni di entrambi i centri.
La famiglia deve partecipare nei progetti di transizione tra le scuole:
- Visitare la scuola almeno una volta con il bambino prima che inizi.
- Creare un libro con informazione data dalla scuola (aree scolastiche rilevanti, professori e personale della scuola). Questo libro può essere consegnato prima di iniziare la scuola.
- Pianificare la transizione graduale per l’inizio della scuola ( per esempio, delle ore al giorno).
- Pianificare varie riunoni per condividere informazione sui progetti di transizione scolastica e tutte le attività collegate con questi progetti.
Che strategie possono usare gli agenti per migliorare la transizione?
Utilizzare sostegni visuali:
I sostegni visivi possono aiutare l’alunno a capire ciò che succederà con la transizione e rinforza la comunicazione verbale. È importante usare un linguaggio chiaro e dare all’alunno tempo per processare ciò che si dice. Questi sosegni visivi devono essere simili nei differenti contesti della vita dell’alunno.
La familiarizzazione con il nuovo contesto scolare e la routine tramite sostegni visivi può facilitare la transizione alla nuova scuola.
È una buona misura adottare mezzi di comunicazione che aiutino gli studenti con ASD ad esprimere le proprie necessità.
Stabilire una comunicazione efficace:
Condividere informazione con tutta la comunità scolastica sulle necessità, gusti, capacità e difficoltà degli alunni.
Utilizza le storie sociali:
Le storie sociali sono brevi descrizioni di una situazione, un avvenimento o un’attività concreta, che includono informazione specifica su quello che ci aspetta in questa situazione e perché. SI può creare una storia sociale per aiutare i bambini a sapere cosa si devono aspettare dalla nuova scuola.
Configurare la situazione attuale con viste al futuro:
L’attuale scuola del’alunno dovrà organizzare in maniera individuale o in gruppo attività in un piano di studi per facilitare il processo. Contare su un coordinatore di transizione può aiutare a preparare un piano di transizione, suggerire strategie e coordinare tutto l’intervento.
3.4. Strategie per un’accoglienza cordiale e positiva dei nuovi alunni nella scuola secondaria
É molto importante che tutta la comunità scolastica (professori, tecnici, personal, alunni) capisca il benificio dell’inclusione delle persone con autismo.
Se il direttore ha una buona conoscenza dell’autismo e un atteggiamento positivo verso l’inclusione delle persone con ASD, promuoverà un accogliente benvenuto ai nuovi alunni e il suo esempio fomenterà la partecipazione di tutta la popolazione scolastica.
Che deve sapere il centro d’istruzione secondaria quando il nuovo alunno comincia a studiare
Quando un bambino inizia la nuova sciola, a parte l’informazione ricevuta anteriormente, è importante che tutte le persone implicate nel processo di transizione lavorino insieme.
- Identificazione di linee guida, adulti e studentu, per aiutare nel processo di transizione mediante la creazione di una squadra di “ambasciatori di benvenuto”.
- Gli alunni della primaria sono ricevuti dal direttori e professori e li si informa delle norme e del funzionamento dei servizi, orari ed altre questioni importanti.
- Una visita guidata alle installazioni accompagnati dai supi compagni.
- Aprofittare il tutoraggio di altri studienti per fomentare le relazioni tra compagni di anni anteriori.
- Implicare l’Associazione dei Genitori nel benvenuto alle famiglie ( alunni e genitori/ tutori) insieme al personale del centro
- Creare gruppi di lavoro che coinvolgano le famiglie nella presa di decisioni per migliorare la scuola
- Informare la famiglia sulle risorse e attori disponibili nella cominità scolastica e in generale
- Sensibilizzarre e fornire conoscenze sull’autismo ai professori, tutor e tecnici.
- Impartire formazione specifica ai professori e al resto del personale del centro, con il fine di dare strumenti che li aiutino a lavorare con ciascun alunno con autismo secondo il suo profilo.
- Creare un servizio di sostegno e uno spazio sicuro affinché l’alunno con autismo possa rilassarsi quando ne abbia bisogno.
- Fornire all’alunno e alla sua famiglia un orario/ programma chiaro e codificato da colori. Avranno l’opportunità di discutere le attività quotidiane evitando che aumenti la necessità.
Strategie addizionali che possono essere utili
- Identificare, valutare e centrasi nelle abilità dell’alunno e nelle aree nelle quali si necessita sostegno in classe.
- Implicare la famiglia nello sviluppo e applicazione di una strategia di apprendimento complessivo in casa e a scuola.
- Chiedere alla famiglia che dia informazione su come trattare qualsiasi comportamento e ossessione specifica. Se si sono utilizzati previamente sostegni visivi come il PECS (Sistema di comunicazione per lo scambio di immagini) o il MAKATON, potrebbe essere necessario disporre di questi nella scuola.
- Quando alcuni concetti, come quello del tempo, risultano difficile per gli alunni, questi possono beneficiare di indicazioni visivi esplicite che aiutino ad organizzare il progresso del giorno e a gesitre il suo tempo. Per esempio, i professori possono:
- Fare un promemoria verbale o fare conto alla rovescia
- Inserire un timer a un’attivià o utilizzare un orologio.
- Gli alunni con autismo possono avere problemi sensoriali complessi in relazione aigli odori, rumori e luci. Le scuole dovrebbero realizzare adeguamenti per aiutare gli studenti a sentirsi più comodi, per esempio, permettendogli:
- Utilizzare odori che li tranquillizzino e che siano familiari vicino ad essi;
- Utilizare occhiali da sole o tappi quando sono sensibili alle luci forti e al rumore;
- Entrare in una zona (per esempio nella mensa) per aiutare gli alunni a sopportare rumori forti.
Cosa può fare la famiglia quando l’alunno fa parte della scuola secondaria?
- Dargli obiettivi familiari per sentirsi più sicuro
- L’uso di sostegni visivi per creare un calendario visivi può aiutare il bambino a capire cosa sta succedendo.
- Ricompensare l’alunno per essersi adattato ad una nuova routine.
- Mantenere il contatto regolare con il personale che lavora con il bambino per sapere come avanza. Se si osserva che la scuola non lo sta trattando adeguatamente, dovrebbe includerlo nella conoscenza personale e organizzare una riunione.
- Participare nello sviluppo di attività o progetti scolari a seconda delle possibilità della famiglia.
3.5. Esempi di buone pratiche per una transizione di successo.
La comunità scolastica deve essere un agente che accetta, comprende e riconosce punti forti che gli alunni con ASD possono apportare alla società. La sua azione rsi ripercuote nel futuro di una comunità che fomenta la comprensione e accettazione.
Pertanto, è essenziale definire e sviluppare un piano di azione sull’inclusione degli alunni con autismo con obiettii e strategie chiare che implicano la comunità scolastica. Questi piano deve esser sviluppato da persone che si assumano un ruolo di lider dentro la scuola.
Questi lider (studenti, professori,ecc…) devono fornire informazioni sull’autismo a tutta la scuola; provocare dibattiti e dialoghi sul tema, e dare esempio, dedicando il tempo ad appoggiare i bambini con autismo.
Possono promuovere e sviluppare le abilità leggere in differenti momenti e contesti scolastici: nel patio, all’ora dei pasti o nell’aula.
Possono far sì che altri alunni e professori invitino ai nuovi studenti a formare parte di un gruppo musicale, un corso o un’opera di teatro.
A volte, chiamare il nuovo alunno per nome, sorridergli o semplicemente congedarsi da lui puà provocare la sua integrazione.
4. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Jordan, R., y Jones, G. (1999). Meeting the needs of children with Autistic Spectrum Disorders. London: David Fulton Publishers.
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